► 30 aprile 2009
A
seguito della notizia del tragico evento del
terremoto in Abruzzo, la Croce Verde
ha subito raccolto le adesioni tra i propri
militi al fine di partecipare alle
operazioni di soccorso.
La
prima cosa che ha reso chiara la Protezione Civile
è che non sarà una
situazione che si risolverà a breve termine
ed è, pertanto, stato chiesto ai volontari
di non partire in massa verso l'Abruzzo, ma
di tenersi pronti e attendere le direttive
ufficiali.
L'ANPAS,
di cui la Croce Verde è attiva associata, ha
coordinato con attenzione l'invio delle
tante pubbliche assistenze resesi
disponibili e, seguendo le direttive
impartite dalla Protezione Civile, ha
orchestrato l'invio degli equipaggi dando
loro precise indicazioni su dove andare e
cosa fare. Essendo una situazione in
continuo sviluppo le Pubbliche Assistenze
sono state chiamate ad esser pronte ad
improvvisi cambi di programma. Così è stato.
La
Croce Verde avrebbe dovuto mandare un
equipaggio il 2 maggio. Il 21 aprile, però,
è arrivata in sede una comunicazione che
richiedeva l'invio della squadra in data 25
aprile presso una nuova destinazione:
Campotosto. La sera prima della partenza le
cose sono ulteriormente cambiate in funzione
di una diga danneggiata. Gli uomini della
Verde sono quindi stati deviati su un'altro
paese, Cagnano, in attesa che le operazioni
di "messa in sicurezza" venissero concluse.
In effetti, il 27 aprile, 2 giorni dopo la
partenza, la Croce Verde è stata fatta
trasferire a Campotosto come da direttive
della Protezione Civile.
Li
i nostri volontari si sono dovuti misurare
con importanti interventi di natura
sanitaria, logistica e, soprattutto,
umanitaria.
Ad
oggi, 30 aprile 2009, Alessandro, Giorgio
e Fulvio sono ancora giù a Campotosto in
attesa di rientrare il 2 maggio. Tutti i
giorni ci mandano foto e ci aggiornano con
dettagliati rapporti dai quali traspare
tutta la tristezza di una situazione così
surreale contrapposta, però, ad un calore
umano ed una voglia di reagire dei quali va
reso merito ai volontari, ai professionisti,
ai coordinatori, ai tecnici e soprattutto
agli stessi abitanti di quelle zone.
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